In questi giorni si è parlato di limitare alle banche Russe l’uso dello SWIFT, di cosa si tratta, perchè è così importante e ci sono alternative?
La società per le telecomunicazioni finanziarie interbancarie mondiale, è questo il significato della sigla, è nata nel 1973 per consentire un facile trasferimento di somme tra clienti di banche diverse. Dobbiamo immaginare che con i mezzi tecnologici di allora era molto più lento e difficile trasferire denaro tra banche diverse e paesi diversi. A questo si aggiungeva un alto numero di errori ad esempio nella battitura, essendo tutta manuale e fatta su sistemi a terminale che oggi molti giovani non hanno neppure mai visto.
Il sistema di incrocio degli ordini tra banche quindi fa da facilitatore sia nei tempi che nella precisione delle operazioni. Il sistema non scambia le somme ma certifica solo il messaggio: in sostanza in una transizione da banca A e B certifica che il messaggio arriva davvero dalla banca A alla banca B. Oggi, con le incertezze della cybersecurity questa conferma resta attualissima ed utile come allora. Vediamo come funziona.
Lo scambio avviene con messaggi che sono composti in una forma standard: un po’ come i numeri di telefono che hanno il prefisso nazionale, locale ed infine il numero di telefono dell’utente. Il prefisso generale della banca è il codice SWIFT che è univoco di ciascuna delle 11.000 banche aderenti. Segue poi l’IBAN che è anch’esso stato definito nella sua forma attuale da SWIFT. Una volta che il messaggio viene indirizzato alla banca destinataria sarà la stessa banca a indirizzare al suo interno correttamente le somme al conto del cliente. Il codice è infine composto da alcune parti che evitano gli errori: ad esempio se il codice SWIFT è di una banca italiana e l’IBAN non inizia con IT si trova facilmente l’errore.
SWIFT quindi ha definito gli standard per i pagamenti internazionali ed interbancari in genere ma è stato messo in discussione in alcuni casi.
Ad esempio molte transazioni illecite si sono spostate dal sistema bancario ad altri sistemi, come il peer to peer con le criptovalute, a seguito del tracciamento a fini antiterrorismo delle transazioni da parte degli USA in occasione degli attacchi alle torri gemelle.
Ci sono però delle alternative: ad esempio la Russia ha il suo sistema chiamato SPFS ma che non è molto utilizzato dalle banche estere. Mentre desta preoccupazione la presenza e l’uso di CIPS il sistema cinese equivalente a SWIFT, ma che usa come valuta base il Reminby al posto del dollaro (come fa swift).
Questa crisi potrebbe avvicinare ulteriormente la Russia alla Cina o, viste le relazioni tra CIPS e SWIFT, triangolare i pagamenti ed eludere le sanzioni. Per questo sembra saggia la decisione di escludere alcune banche dai blocchi, non solo per garantire le forniture di GAS ma anche per non favorire il sottobosco delle criptovalute o pratiche elusive incontrollabili.