Quanto rende il mio investimento o il mio portafoglio?
è la domanda frequente a cui l’investitore non trova una risposta univoca, o per lui chiara, nella documentazione della banca. Vediamo in breve di orientarci e farci un’idea a chiara del rendimento dei nostri investimenti.
Il rendimento può essere rappresentato come: netto, lordo, misto o con condizionalità.
- NETTO: il rendimento già detratte le imposte (da verificare invece se sono stati detratti i costi, l’indicazione è diversa da banca a banca)
- LORDO: il rendimento a cui devono essere detratte le tasse e gli eventuali costi.
- MISTO: Nel caso di alcuni prodotti, come le gestioni patrimoniali, ma anche le cedole delle obbligazioni, si paga ogni anno o ad ogni stacco di cedola l’imposta e gli eventuali costi. Da quella data in poi quindi il rendimento è netto e si inizia un nuovo conteggio delle imposte.
- CONDIZIONALE: è l’esempio tipico dei prodotti che prevedono contrattualmente alcune clausole, come le polizze ed i certificati. Esempio: Se succede questo (esempio si arriva alla determinata data) allora il valore è diverso.
Contemporaneamente il rendimento può essere:
- ASSOLUTO: Si tratta della somma, o della percentuale, di differenza rispetto a quanto investito. Se è positivo, sto guadagnando, la somma è maggiore dell’investito, diversamente se è negativo sto perdendo denaro rispetto all’investito.
- RELATIVO: Si tratta della comparazione tra quello che è l’andamento del mio investimento ed un valore significativo per me. La comparazione più interessante è quella verso l’inflazione che mi indica se in termini reali (di potere d’acquisto) il mio capitale mi consente di comprare le stesse cose di prima dell’investimento, oppure si è svalutato.
- PERIODALE: Si tratta della valutazione non dall’investimento ma in un certo intervallo di tempo. Le più frequenti sono da inizio anno (indicata anche come YTD) o trimestrale (in questo caso dalla data più vicina ad oggi dal 01/01, 01/04, 01/07, 01/10) – L’intervallo di tempo può essere applicato sia al rendimento assoluto che al relativo.
Una ulteriore distinzione andrebbe fatta relativamente al metodo di calcolo del rendimento. Per confrontare investimenti diversi di solito si utilizza il rendimento annuo. Per gli investimento che perdurano da più di un anno non è corretto fare come molti la divisione del rendimento per gli anni di investimento. Così facendo si include nel rendimento l’effetto della capitalizzazione degli interessi (gli interessi generati dagli interessi dell’anno/i precedente/i) che andrebbero considerati come un nuovo investimento. Per evitare questa distorsione ci sono due metodi di calcolo del rendimento:
- RENDIMENTO SEMPLICE: per gli investimenti di durata inferiore all’anno.
- RENDIMENTO COMPOSTO: per gli investimenti che hanno una durata superiore ad un anno e quindi si devono togliere gli interessi generati dagli interessi (capitalizzazione).
Un’ultima accortezza va posta al valore indicato degli investimenti, ci sono due modi di rappresentarli:
- VALORE DI MERCATO: è il valore se in questo momento liquidassi tutto, si tratta del valore più corretto, detto anche Mark to Market o per le polizze valore di riscatto anticipato, perchè non è certo se il valore futuro è raggiungibile.
- VALORE A SCADENZA: è il valore che ottengo se rispetto tutte le condizioni, ed in particolare i tempi, previsti dall’investimento. E’ molto utilizzato per le polizze, i prodotti derivati e le obbligazioni, ma richiede di attendere che si verifichino tutte le condizioni espresse nel contratto, ma anche inespresse come ad esempio la solvibilità dell’emittente.
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