Nella valutazione degli investimenti ci sono tre elementi fondamentali di valutazione: prezzo, valore e costo. Mentre prezzo e costo sono molto chiari, o almeno è possibile determinarli facilmente, per misurare il valore ci sono delle considerazioni che sono molto più incerte ma su cui è necessario avventurarsi perchè è sul valore che si basa il rendimento o più semplicemente un buon affare.
In termini assoluti un “buon affare” si ha quando si paga il giusto prezzo rapportato al valore: sia il venditore che il compratore sono soddisfatti. Mentre quando ci troviamo con il prezzo sopra o sotto il valore ci si trova una posizione in cui una delle parti, il venditore o il compratore sono insoddisfatti della negoziazione. Nei mercati finanziari per il singolo investitore è sempre più difficile, se non proprio impossibile, trovarsi nella condizione di comprare ad un prezzo inferiore al valore, complice l’evoluzione della finanza e della tecnologia applicata alla finanza.
Per applicare questo concetto agli investimenti farò un esempio: pensiamo ad una MELA.
La mela ha una sua utilità oggettiva che è il suo valore: mi sfama, mi diletta il palato. Questa utilità è immutata nel tempo, a meno che la mela non si deteriori, ad esempio andando marcia.
Se io vado al mercato, o al negozio, pago la mela ad un prezzo che può essere piò o meno favorevole a seconda di situazioni sia della mela (ad esempio del tipo di mela, o del fatto che sia ormai vecchia) sia del mercato (ad esempio se è in stagione o fuori stagione, o il negoziante che la vende a più o meno sulla base di concorrenza, trasferimento di suoi costi, o sulla base del costo che ha sostenuto per acquistarla) .
Applichiamo agli investimenti L’esempio della mela:
Nelle obbligazioni prestiamo il nostro capitale che viene rimborsato ad una determinata data, e con una determinata quantità di interessi, con delle cedole o con altre regole.
Naturalmente noi siamo degli investitori, i consumatori finali, non dei professionisti come il fruttivendolo.
Se noi ci preoccupiamo del valore, ed abbiamo ritenuto all’acquisto soddisfacente quello che rendeva, non ci dobbiamo preoccupare del prezzo che nel durante queste obbligazioni possono avere, ma solo del valore che andiamo ad acquistare e che questo sia equo.
Salvo che vogliamo vendere la mela (e quindi cambiamo i nostri progetti) o la mela vada a marcire, a deterioriorarsi (solo i fattori endogeni come la solvibilità dell’emittente) il prezzo non ci interessa. Ci interessa che mantenga il valore alla scadenza, e gli impegni presi in termini di nutrienti e gusto… opps: di rendimento 🙂
Pensare di essere più furbi del commerciante (del fruttivendolo, dei grossisti, degli agricoltori, e degli altri consumatori che generano domanda e offerta…) è possibile ma abbastanza arduo se non proprio presuntuoso.
Per le azioni pensiamo di diventare proprietari di un albero di mele, infatti diventiamo azionisti di un’impresa che è una entità complessa.
La preoccupazione durante l’acquisto è di pagare correttamente il bene e che questo abbia prospettive di produzione di mele soddisfacenti.
Durante la nostra proprietà la maggiore preoccupazione deve essere quella che l’albero resti nelle condizioni ottimali per la sua produzione (fattori endogeni ed esogeni come il tempo e le attenzioni dell’agricoltore) oltre che al consenso per le mele da parte del mercato (che le mele restino un bene richiesto).
L’utilità, il valore, viene dalla produzione e vendita delle mele.
Ma allora chi deve preoccuparsi del prezzo? solo chi si deve sbarazzare dell’albero, chi smette di fare l’agricoltore.
L’agricoltore si preoccupa anche lui come abbiamo visto dell’andamento dell’albero e di tutto quello che gira attorno alle mele da vendere. Salvo eventi veramente dirompenti non mette in discussione la vendita dell’albero, men che meno più volte al giorno come gli speculatori, o gli investitori più inesperti o istintivi, vorrebbero fare con le azioni di alcuni aziende.
Ritengo che farsi condurre dal valore nella scelta degli investimenti possa essere più consistente di cercare costantemente “l’affare” sul prezzo.
Questo ci consente anche di considerare meno drammatiche le oscillazioni di borsa di questi giorni… sempre che l’albero di mele sia in forma e la gente continui a voler mangiare mele !
Andate oltre la metafora… alcune semplificazioni sono state fatte nel racconto ma la base è veramente di grande spessore: https://amzn.to/33Kbrqp