Abbiamo appena trascorso un periodo di forte crescita ma ora idee contrastanti sull’andamento dei mercati azionari fanno stare alcuni euforici ed altri timorosi. Vediamo insieme le motivazioni di entrambi e come agire.
GLI EUFORICI
Sono quelle persone ottimiste per il prossimo futuro e pensano che il momento di estrema positività continui ancora per molto tempo. Le motivazioni del loro ottimismo sono:
- L’impegno economico e normativo dei governi nel rilancio dell’economia
- La normalizzazione di domanda e produzione
- La fine della pandemia
- L’accelerazione ecologica, tecnologica, infrastrutturale
I TIMOROSI
Anche i più pessimisti, che premono per una riduzione del rischio e quindi dell’azionario, hanno le loro ragioni che possiamo riassumere in questi punti:
- Dopo un periodo di crescita dei valori ci possono essere delle prese di beneficio, degli investitori che portano a casa il guadagno.
- Abbiamo dei nuovi problemi irrisolti: trasporti, approvvigionamenti, transizione energetica, materie prime.
- Il virus non è ancora sconfitto
- Variazione dei tassi di interesse
Se entrambi hanno le loro ragioni per effettuare azioni sui portafogli, mantenere o ridurre la percentuale azionaria, dobbiamo considerare anche altri due fattori che possono incidere nelle nostre scelte.
L’INFLAZIONE
Era molto che non sentivamo l’inflazione come un problema ma alcune delle dinamiche del post-pandemia si stanno scaricando sui prezzi di beni e servizi:
- Prezzi di energia
- Prezzi di materie prime
- Difficoltà ed incremento dei prezzi dei trasporti
- Difficoltà di approvvigionamento di componenti
Pertanto abbiamo visto forti incrementi dei prezzi al dettaglio che non si sono ancora visti pienamente nelle statistiche (Istat indica ancora il 2,5% annuale).
Diventa quindi FONDAMENTALE per mantenere il potere di acquisto del nostro capitale puntare ad un rendimento che copra tutta questa inflazione. Certo non si potrà ottenere con investimenti obbligazionari, o almeno con un rating accettabile, visto che i tassi non sono così generosi ed il rischio di un aumento farebbe perdere denaro.
Resta quindi l’investimento azionario che se approcciato con le giuste tecniche e pianificazione ha le potenzialità di preservare il potere di acquisto del proprio capitale.
Di fronte al ritorno dell’inflazione investire non è una scelta ma una necessità.
PREVEDERE LA CADUTA con i MEGATREND
Uno storno dei mercati è qualcosa che periodicamente si verifica. Prevedere e prevenire l’azione del panico e dei disinvestimenti è possibile e vedendo le esperienze passate può essere applicata con successo.
La selezione dei settori e delle aziende su cui investire deve tener conto della continuità operativa e della necessità del settore in cui opera. Immaginiamo quale può essere il mondo tra 10 anni e selezioniamo delle aziende ben gestite e focalizzate sulle tendenze di allora. Anche di fronte a difficoltà di quotazione saranno comunque sul mercato ed in grado di rialzarsi perché saranno necessarie ed, in quanto ben gestite, in grado di soddisfare i bisogni di allora e di conseguenza di generare utili.
L’esempio che faccio sempre in questo caso è di ricordare come nonostante la caduta degli anni 2000 se si avessero mantenuto aziende come Microsoft/Apple/Oracle oggi si avrebbe non solo recuperato la perdita ma si sarebbe in generoso guadagno. Certo che se si avesse selezionato aziende gestite in modo meno efficace si sarebbe rimasti molto delusi: ricordo Seat o Tiscali.
LA FUNZIONE SOCIALE dell’investimento
Quando investiamo su un’azienda, sia diventandone azionisti che prestando soldi per i suoi progetti, partecipiamo di fatto alla vita della stessa condividendo successi e problemi.
Come negli Stati uniti un investimento più diretto e partecipato nelle aziende italiane potrebbe diventare una risorsa importante per la crescita e lo sviluppo del paese. Tuttavia se sentiamo questo aspetto come importante dobbiamo essere coerenti anche con i tempi e le modalità delle aziende.
L’investimento mordi e fuggi degli speculatori, dei day trader o degli opportunisti, quelli che guardano solo al proprio tornaconto possono portare danni con il loro denaro. Parlo di danni perchè un investimento “mordi e fuggi” stacca il valore del titolo dal valore reale dell’azienda. Il valore di domanda e offerta può diventare dominante rispetto ai valori fondamentali che rispecchiano il reale andamento dell’azienda, portando quelle che sono bolle speculative e i crolli che tanto ci danno fastidio.
La stabilità e la partecipazione alla ‘vita’ dell’azienda sono in questo caso fondamentali.