La colazione si è fatta cara in questo ultimo periodo, vediamo allora se è un tema su cui poter investire e se si tratta di una tendenza momentanea o con dinamiche di lunga durata.
Oggi parliamo in breve di una interessante idea per la costruzione di una parte del nostro portafoglio decorrelata dalle solite azioni ed obbligazioni.
Parlando di colazione parliamo delle soft commodities, sono tutte quelle materie prime che non derivano da estrazione ma da coltivazione o allevamento, come il caffè, il cacao, lo zucchero, il succo d’arancia, la carne, il cotone, il legno, i cereali.
Anzitutto notiamo che i prezzi hanno avuto un andamento che non ha avuto le incertezze del mercato azionario in questo ultimo anno, ma una costante crescita in quasi tutte le tipologie di beni.
Questo è stato causato da alcuni eventi che abbiamo già conosciuto nei precedenti video, ma che non hanno ridotto la domanda di questi beni essenziali:
- Interruzione della catena di approvvigionamento
- Situazioni geopolitiche
- Cambio climatico
L’interruzione della catena di approvvigionamento è da ricondurre esclusivamente alla alla pandemia globale, ai colli di bottiglia che si sono creati ed allo stop and go imposto dai conagi e dalle politiche di contenimento. Una sua soluzione fa pensare che nel tempo si possa trovare una stabilizzazione nel nuovo equilibrio.
Gli eventi in Ucraina e Russia stanno creando tensioni per gli europei nel prezzo dei cereali (la soia in paricolare). Non solo la possibile guerra ma soprattutto l’embargo imposto dalla NATO. La situazione è anche in questo caso contingente alla disponibilità di questi fornitori
Il cambio climatico invece è una particolarità che lascia molti dubbi sull’andamento di questi beni. Ad esempio le condizioni estremizzate in Brasile (estrema siccità, incendi ma anche gelo eccezionale) hanno generato forte crisi al primo produttore mondiale di caffè. Ad un anno abbiamo visto un incremento di quasi l’80% imputabile quasi esclusivamente al clima. Lo stesso si sta verificando in Africa per le coltivazioni di Cacao. Anche in Florida si trova il problema climatico alla base della riduzione della produzione del succo d’arancia (la più bassa da 77 anni). Il riscaldamento globale purtroppo non si risolve con delle semplici azioni dei governi e tantomeno in poco tempo, lo possiamo pertanto considerare un elemento strutturale per i prossimi anni.
Ha fatto notizia che negli Stati Uniti ci sia stata la prima costruzione di un ETF (un fondo negoziato sui mercati che replica un indice o un paniere di titoli), dal nome molto eloquente: Breakfast Commodities Strategy.
Direxion, la società di gestione, pensa che si possa trovare valore replicando in un portafoglio le componenti della colazione ipotizzando che siano beni che i consumatori difficilmente metteranno in discussione nonostante i valori in forte rialzo in quanto primari :
Il caffè, il succo d’arancia, la carne di maiale (loro mangiano anche quella a colazione…).
Ma un po’ tutte le soft commodities sono essenziali e destinate ad una tendenza di non compressione dei consumi nonostante le quotazioni pesiamo al legno per l’edilizia o il cotone per l’industria tessile.
Forse l’unica difficoltà di approccio resta partecipare a queste dinamiche visto che il fai da tè è molto complesso, richiede risorse ed attenzione particolari, e non ci sono ancora molti specifici prodotti di risparmio gestito che si approcciano in modo così preciso a questo settore.
Qui potete trovare le quotazioni: https://www.teletrader.com/commodities





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