Visto che in questi giorni ho fatto il “malatino” non vedevo periodo migliore per interrogarsi se è opportuno investire oggi nella cura del corpo, intesa in senso ampio: quindi sanità, farmaceutica, ricerca e cosmetica.
Vi anticipo le conclusioni per i più impazienti: SI. Naturalmente non è un si incondizionato, non tutte le azioni e non necessariamente nel breve periodo, ma se seguirete queste brevi riflessioni e vi assicuro che capirete il perchè sono così convinto della risposta. Due sole attenzioni: mi attengo come sempre solo ai numeri: non sono condizionato dal fatto di essere personalmente coinvolto e… non preoccupatevi la lettura impiega al massimo cinque minuti: ci sono molte figure 😉
Partiamo considerando un dato “macro”: l’evoluzione demografica della popolazione mondiale che vediamo rappresentata nel grafico qui sotto dal 1990 al 2013. Noteremo che oltre ad un allungamento generale delle aspettative di vita si stanno allungando anche le aspettative di una vita qualitativamente soddisfacente. Questo in parte è dovuto anche alle innovazioni in ambito medico e farmacologico. Il grafico fa pensare che gli investimenti volti ad incrementare la vita “in salute” restino un’attenzione costante come lo sono stati nel recente passato. L’incremento della vita “in salute” è stato inferiore dell’incremento delle aspettative di vita complessive. In sintesi la vita si è allungata di un tempo maggiore rispetto alla vita “in salute”.
Leggenda: Ill health = Cattiva salute / Healty life = vita in salute
Se ci riferiamo ai paesi sviluppati (che sono quelli con maggiore capacità di spesa nei settori di nostro interesse) questa osservazione diventa maggiormente vera, principalmente a causa degli Stati Uniti.
Gli Stati uniti hanno tuttavia molto incrementato la spesa per cure mediche e personali in genere. nel prossimo grafico vediamo quanto la spesa pubblica e privata abbia avuto un costante incremento nel corso degli ultimi 45 anni.
Questo dato potrebbe essere giustificato da una crescita dell’economia statunitense e dell’inflazione, ma se andiamo a verificare anziché il valore assoluto, il valore relativo rispetto al prodotto interno lordo vediamo che anche le percentuali di impegno si sono incrementate nello stesso periodo in misura addirittura maggiore fino a toccare il 18% del PIL. Un segnale che l’attenzione è alta e la disponibilità a spendere sul tema della salute è ampia, anche indipendentemente delle politiche dei singoli governi (ad esempio l’Obama care).
Segue il grafico di questo calcolo dei 10 principali paesi industrializzati.
Un’autorevole agenzia di ricerche di mercato, la Ipsos-Mori, ha incrociato con i dati disponibili nel 2016 quanto i singoli stati stanno spendendo in percentuale del PIL e quanto pensano di spendere nel futuro in sanità.
Come vedete dal grafico qui di seguito TUTTI gli stati prevedono di incrementare il loro impegno, e questo fa ben sperare per il fatturato e gli utili delle aziende impegnate in questo settore.
Appurato quindi che si spenderà in questi settori nel futuro andiamo a vedere quali aziende non mancano nei portafogli dei grandi gestori e che stanno beneficiando di questa tendenza di lungo periodo.
Visto che stiamo considerando nel suo complesso il miglioramento delle condizioni fisiche delle persone consideriamo anche la parte “cosmetica“. Per cosmetica non si allude solo all’aspetto estetico, bensì anche a tutta una serie di prodotti per la prevenzione che non sono terapeutici (non curano le malattie) ma su cui sono impegnate sia le stesse società che producono i farmaci, la comunità scientifica e la stessa rete di vendita dei farmaci (le farmacie). Dagli utenti ad esempio viene spesso percepito come un dispositivo medico una crema filtro solare o una collirio, pur trattandosi di un cosmetico.
L’evoluzione che vediamo nel prossimo grafico denota tuttavia che la cosmesi è molto sensibile alle condizioni economiche dei propri fruitori. Notiamo ad esempio un forte rallentamento dovuto alla crisi del 2008.
In questo settore oltre ai soliti nomi (J&J P&G Bayer ecc.) possiamo associare altre aziende impegnate solo nel cosmetico come ad esempio quelle elencate nella seguente immagine.
Guardate nell’armadietto del bagno e nella scatola della medicine… troverete che questi nomi sono molto presenti già da ora, se non in tutti i nostri portafogli, nelle nostre famiglie.
Come sempre raccomando di prendere queste informazioni solo come la base di un dialogo di investimento con il vostro consulente e non per prendere decisioni operative. Dovete con il vostro consulente verificare se l’investimento in questi settori è compatibile con i vostri obiettivi ed il vostro profilo di investitore, oltre ad individuare le modalità più efficienti per approfittare di questo settore.
Buona settimana.