Vediamo nel dettaglio quali controlli vanno fatti (e il consulente fa per voi) dopo aver deciso quale investimento fare, appena prima di eseguire l’ordine.
So che può nella sua articolazione può sembrarVi eccessiva, ma vi assicuro che i guai che l’approssimazione può causare al patrimonio possono essere catastrofali, come abbiamo visto in molti casi anche recenti. Prevenire è l’unico modo per evitarli. Ve la espongo non perchè sia essenziale che voi effettuiate questo, ma per renderVi noto il lavoro che c’è alla base di alcune scelte.
Se volete è possibile vedere il video di questo procedimento a questo collegamento.
Siamo nella situazione in cui abbiamo una completa profilatura dell’investitore con valori oggettivi, numeri precisi in scale di valori ben definiti per non lasciare spazio a imprecisioni e togliere elementi di soggettività che magari influenzano la decisione. Un esempio tipico di valutazione è su come misurare il rischio, ma anche elementi demografici: ad esempio un investitore di 90 anni probabilmente deve fare riflessioni su investimenti eccessivamente lunghi. Un esempio tipico di condizionamento da evitare è quello ad esempio di timore per l’azionario dopo un periodo di grossa perdita (quando invece sarebbe da aver fiducia) oppure l’eccessiva fiducia per le proprie conoscenze che ci porta a comprare solo azioni italiane (come vedo nel maggior parte dei dossier titoli).
La verifica viene effettuata di due macro ambiti:
- L’investimento – la verifica del rischio mercato e del rischio di credito
- L’investitore – la verifica della concentrazione emittenti, complessità, concentrazione di prodotti complessi, la frequenza delle operazioni, la liquidità/liquidabilità ed il rapporto costi/benefici dell’operazione.
Qui di seguito i dettagli delle singole componenti che vengono valutate:
Rischio Mercato : viene ipotizzata la variazione di prezzo, prevalentemente sulla base dei passati andamenti e delle informazioni disponibili anche su analoghi investimenti, e si valuta se è compatibile con le proprie preferenze di rischio.
Rischio Credito : viene valutata la possibilità che sia insolvente la controparte dell’investimento.
Concentrazione emittenti : viene misurato quanto, rispetto al proprio portafoglio totale, incide l’operazione che si va a fare. Una esposizione troppo ampia ad un solo emittente pone ad elevato rischio il portafoglio anche se l’emittente viene in quel momento giudicato molto affidabile.
Complessità : viene valutato se l’investitore, sulla base dell’esperienza dichiarata, è in grado di comprendere le caratteristiche e le dinamiche l’investimento in valutazione.
Concentrazione di prodotti complessi : viene misurata la quantità di prodotti complessi (ad esempio derivati)
Frequenza delle operazioni : valutazione se il numero di operazioni da fare è compatibile con l’esperienza e l’operatività dell’investitore.
Liquidità/Liquidabilità : valuta la possibilità di vendere con facilità ed a prezzi coerenti con la valutazione.
Rapporto costi/benefici : non solo in termini di commissioni e costi, ma anche di fiscalità (compensazione di minusvalenze ma anche condizioni contrattuali e di tutela patrimoniale).
E’ una verifica a cui porre molta attenzione: può evitare molti guai consentendo anche se richiede un po’ di impegno. Ad oggi la procedura è completamente informatizzata e viene applicata ad OGNI OPERAZIONE.