Una settimana in cui si è parlato molto di Bitcoin a seguito delle attività di Elon Musk , così alcuni mi hanno sollevato il motivo per cui non investiamo in Bitcoin. Lo riassumo in questa e-mail e vi presento anche una nuova Criptovaluta che cambia un po' il sistema di estrazione, ma che vi anticipo non sarà neanche questa nei nostri portafogli.
Perchè non investiamo in BITCOIN ?
- Come avrete notato nessuna banca o intermediario correttamente strutturato in Italia negozia Bitcoin per normative, per la sua rischiosità e per motivi di antiriciclaggio.
- Il sistema non offre garanzie di liquidità: nei maggiori momenti di stress delle negoziazioni le piattaforme sono andate in crisi.
- Non è un bene accettato come mezzo di pagamento tradizionale ma va sempre cambiato.
- L'unica attività reale in cui viene ampiamente utilizzato è il riciclaggio di denaro 'sporco' e l'attività illecita. Gli utilizzi leciti hanno volumi assolutamente marginali.
Infine una nota polemica: Coinbase (la più grande piattaforma mondiale di custodia e negoziazione di criptovalute) quando si è voluta quotare non ha scelto mercati e valute libere ma la tradizionalissima borsa del Nasdaq con i vecchi, ma molto sicuri, dollari statunitensi... se non si fida Coinbase che vive di cryptovalute dobbiamo fidarci noi ?
Riprenderemo l'argomento quando la BlockChain sarà matura per utilizzi più comuni.
CHIA LA VALUTA ECOLOGICA ?
Chia: la nuova criptovaluta con regole nuove che può mettere a dura prova, alzare i prezzi e rendere introvabili, tutti i pezzi dello storage (degli hard disk) come è successo per le schede video necessarie per estrarre le altre monete elettroniche.
Chia nasce da un’idea di Bram Cohen, l‘inventore di Bit Torrent il protocollo di trasferimento di file distribuito, che vuole rendere più agevole l’uso della criptovaluta rispetto ai contanti e soprattutto ecologica: senza uso intensivo di energia.
Per questo cambia il metodo di estrazione (così si chiama il conio “fai da te”) della moneta che non è più come il Bitcoin la soluzione di un ‘problema’ matematico sempre più difficile, ma funziona come un’estrazione: tieni a disposizione per l’uso della blockchain una parte di memoria se nel tuo hard disk hai i numeri della blockchain compatibili nel tuo hard disk ne diventi possessore. Da qui la corsa a contenere quante più stringhe di numeri per avere più possibilità di essere tra i possessori della stringa giusta.
Quindi si passa da una “proof of work” ad una “proof of storage and time“.
La proof of work dimostra di aver svolto un lavoro, che ha consumato di conseguenza potenza di calcolo di un computer e corrente per alimentarlo. Molta corrente, tanto che se il valore della criptovaluta estratta è troppo basso costa di più la corrente della moneta estratta.
La proof of storage and time non consuma molta energia, ma consuma spazio di archiviazione e mette a dura prova gli hard disk che sono interrogati in continuazione. Da qui la paura che una crisi della reperibilità degli hard disk, come è successo per le schede video* per il Bitcoin.
Le capacità di immagazzinamento di dati, lo spazio di archiviazione, sono diventate sempre più importanti in questi anni per il progresso tecnologico in quanto tutta l’informatizzazione produce sempre più dati che devono essere conservati in archivi sempre più grandi. I dati sono diventati più preziosi dei sistemi stessi in quanto è dall’estrazione, dal processo e dall’analisi dei dati che ci sono gli output produttivi e di efficienza.
Con Chia siamo di fronte ad una criptovaluta seria e correttamente articolata secondo le regole di Satoshi Nakamoto (l’inventore della Blockchain e resiliente ai Guasti Bizantini (resistente al sabotaggio) ma ancora molto distante dalla vita reale e dall’inserirsi concretamente nel ciclo economico della vita di tutti i giorni.
Ne consegue che valgono le considerazioni già fatte per questo tipo di asset, non regolamentato da autorità ufficiali, di estrema inconsistenza e di difficile calcolo dei rischi sia di variazione di prezzo che di liquidabilità (cambio in valute ufficiali).
Non lo ritengo un investimento da considerare se non per finalità ludiche o di studio.
Il vantaggio ecologico del processo di estrazione è apparente e solo sul fronte del consumo elettrico, generando molti rifiuti (la vita degli hard disk viene ridotta drasticamente dal continuo lavoro). Mentre dal punto di vista sociale e di governance è assolutamente negativa in quanto, come per le altre cryptovalute, si presta ad ospitare attività illecite senza alcun controllo.
In sintesi: evitare.
* Si utilizzano per eseguire i calcoli le schede video in quanto hanno una velocità di calcolo e di accesso alla memoria superiore ai processori principali.