Oggi, 10 marzo 2022, entra in vigore il nuovo regolamento SFDR che sta per Sustainable Finance Disclosure Regulation. E’ un regolamento che punta a fare chiarezza sull’investimento sostenibile, indicando chiaramente il livello di sostenibilità di un prodotto finanziario e tentando di evitare il fenomeno del Greenwashing. Il greenwashing sono tutte quelle pratiche che mirano a dipingere come virtuosa in tema di sostenibilità una società, o un prodotto come in questo caso, quando in realtà si tratta del mascheramento degli stessi comportamenti precedenti.
La norma divide in tre livelli di sostenibilità i fondi, cosicché l’investitore ha una sintetica valutazione di cosa va a fare in termini di sostenibilità. Vediamo con la loro denominazione le caratteristiche principali:
ARTICOLO 6 | Sono i fondi che non hanno caratteristiche di sostenibilità, quelli che prevedono quindi anche l’inclusione di attività ed aziende che non sono in alcun modo incluse in politiche ESG come ad esempio il tabacco, le armi o il non chiaro rispetto per i lavoratori e l’ambiente. non possono in questo caso essere promossi al pubblico come sostenibili, anzi devono indicare questa loro carenza. Non è però un da considerare solo negativamente, ad esempio la liquidità ed i derivati non potranno mai entrare negli altri articoli, quindi se l’obiettivo sono alcune tipologie di investimento si troveranno solo in fondi di questo tipo, articolo 6. |
ARTICOLO 8 | Sono i fondi che promuovono caratteristiche di sostenibilità ambientale, sociale e di governance. Con il termine promuovono si indica un approccio più permissivo, quindi non radicale che include anche aziende che non sono ancora completamente conformi agli obiettivi ma stanno adattando la loro attività ai nuovi criteri. Non tutto il portafoglio è quindi conforme ai dettami ESG e pertanto è stato anche definito LIGHT GREEN |
ARTICOLO 9 | Sono i fondi con una selezione più rigorosa di aziende che hanno già raggiunto un impatto positivo negli obiettivi ESG. Si confrontano con benchmark molto selettivi che sono improntate ad una attiva e positiva politica di cambiamento. |
La norma tenta di porre chiarezza in una tematica ormai necessaria in tutti i settori, ma si tratta del primo passo. Sono infatti da integrare nei bilanci delle società l’esposizione chiara, ma soprattutto uniforme, delle attività tese a migliorare la sostenibilità per poter confrontare l’impegno di ciascuna con criteri omogenei.
La normativa SFDR non è l’unica azione concreta per rendere trasparente il cambiamento delle imprese: la ESAP – European Single Access Point è un’altra piattaforma unica per condividere le informazioni di sostenibilità delle imprese che gli investitori possono consultare.
Teniamo particolare conto di queste valutazioni per almeno tre motivi:
- Possiamo con i nostri investimenti, che faremmo comunque, avere una impronta positiva senza difficoltà e senza impegno ulteriore, diversamente da altri ambiti.
- I rendimenti degli indici e dei fondi ESG sono spesso molto maggiori di quelli non curanti di questi criteri.
- L’attenzione sia dei legislatori che del pubblico a questi criteri farà preferire l’investimento e di conseguenza le attività non conformi potrebbero essere penalizzate sia in termini di masse che di liquidità.
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