PREMESSA
Mi innervosisco molto quando su un prodotto Amazon non è disponibile la consegna per il giorno dopo. Come se fosse un diritto quello di far muovere un camioncino di domenica; un camioncino a noleggio, da parte di una impresa che è in sostanza una partita iva che risponde solo a sé stesso e alla sua famiglia. Tutto questo in nome di una economia che, in funzione del consumismo sempre più veloce e sempre crescente, deve produrre sempre di più per dimostrare a sé stessa che crescere è possibile e crescere sempre fa stare bene. Ecco allora che si produce dove costa meno, si riempiono i mari di navi e le strade di camion che bruciano combustibile che compriamo da persone con cui non ci siederemmo mai a tavola: persone che non hanno problemi a sopprimere le voci contrarie (e non mi sto riferendo solo alla Russia…), a criticarci e a fare ingerenza nei nostri affari.
Durante queste crisi poi ci stiamo accorgendo che la democratizzazione dei prodotti ha fatto una bella cosa: tutti possono avere tutto senza pagarne il reale prezzo. Ma abbiamo ignorato che la parte di quel prezzo che non pagavamo veniva pagato comunque dall’ambiente e da altri uomini, proprio come noi, ma un po’ meno fortunati. Siamo così entrati in un eterno finanziamento rateale in cui le ultime rate le lasciamo sempre da pagare ai prossimi.
La finanza poi ha pure esagerato vendendo quello che non si produce e non esiste: i contratti sulle materie prime, le vendite di cose che non si posseggono (allo scoperto) e i derivati che riproducono (riproducono!) strumenti veri, perché quelli reali non piacciono: sono costosi e lenti come le persone che lavorano nelle aziende che rappresentano e sporchi. Sporchi perché fanno cose reali, mentre nel mondo del trading e del digitale è tutto bello pulito, asettico, non ci si sporca le mani si fa e si disfa a servizio del digitale come nelle cryptovalute. In un eccesso di accelerazione digitale ci siamo poi tutti lusingati a fare soldi veloci e facili, comprando e vendendo alla velocità della luce, pronti ad approfittare di ogni minima notizia, con delle partecipazioni ad aziende di cui a malapena sappiamo il nome. Perché tutti sappiamo bene cosa fa ad esempio Amazon e Google, vero?… ne siamo proprio sicuri? Allora perché ci comportiamo come gli avventori di una prostituta quando entriamo in borsa, che fanno i loro sporchi comodi per un giorno o anche solo un minuto, il tutto senza coinvolgimento, senza preoccuparci se questo è dannoso per lei, al massimo per noi. Il nostro ego si prende il piacere per quel tanto che gli può far comodo, e poi butta via la persona, la donna (l’azienda). Nel mondo reale e positivo si va più lenti: si diventa soci di aziende che fanno cose, e che una volta che vanno bene ci ricompensano con i proventi del lavoro o con un apprezzamento del valore dell’azienda per quello che ha fatto… e poi ci si innamora, ci si appassiona e si corteggia la ragazza con cui si fa l’amore. Il mondo reale e di valore è lento.
Pure il COVID è arrivato con la stessa fretta: la fretta e la presunzione di andare in ogni dove con aerei che 10 euro ti portano da Milano a Londra… neanche il costo del carburante. Se non ci fosse stata la fretta e la smania di volare veloci probabilmente il Covid sarebbe arrivato in ritardo in Europa probabilmente ad una riunione di qualche uomo d’affari, o ad un weekend turistico in qualche capitale contro la noia dell’uomo contemporaneo, ma in orario per essere curato adeguatamente.
Infine l’Etica… eticamente abbiamo posto dei confini al possibile in alcuni ambiti come ad esempio nella ricerca scientifica la manipolazione genetica dell’uomo. Nella finanza non abbiamo ancora posto limiti all’investibile. Con alcuni di voi ho espresso la mia contrarietà nell’investire in tutto quello in cui “si turba” la catena di approvvigionamento. Stiamo vedendo persone che speculano sul grano e poi si lamentano dell’inflazione: quando sono loro stessi, con le loro pratiche, la causa di buona parte di quella inflazione. Perchè la pasta che compriamo oggi non è fatta con il grano acquistato oggi ed il gasolio al distributore non è quello arrivato ieri, ma era già in Italia prima della guerra. Queste persone pensano di fare i furbi e di arricchirsi nei momenti di difficoltà ma ignorano di stare ad avvelenare l’acqua in cui loro stessi nuotano.
Cosa c’entrano queste riflessioni con quello che sa accadendo in borsa e nei mercati in questi giorni? C’entra in pieno perché sono le dinamiche che estremizzate stanno creando queste giornate volatili, ma anche i prezzi del carburante e la carenza di materie prime.
Calmare l’inflazione con una stretta dei tassi è la cosa più normale che si possa pensare, come pure avere inflazione per l’aumento dei prezzi delle materie prime oppure per la carenza di un materiale. Non è normale avere dei tassi a zero, men che meno negativi, ed una banca centrale che regala denaro per anni. È pur vero che ne avevamo bisogno ma anche gli antibiotici se presi per molto tempo diventano inefficaci. Ci stiamo adagiando ad essere perennemente adolescenti, che chiedono a paghetta a papà fin oltre la laurea perché c’è sempre un buon motivo per essere finanziati dal papà…
L’insensibilità ai temi di sostenibilità è causa principale di tutto quello che stiamo vedendo, ma la buona notizia è che sta aumentando l’attenzione a questi temi. Fortunatamente la civiltà umana ha saputo trovare adattamenti alle situazioni più sfidanti, e confido che troverà una nuova normalità anche in questo quadro. Se così non fosse non serve preoccuparci per i nostri soldi perché avremo altre priorità da affrontare.
COSA È SUCCESSO e perché le borse hanno reagito male?
Distinguiamo gli scenari, ci sono aventi che hanno nomi uguali (inflazione, tassi, crescita) ma che hanno cause e contesti diversi.
STATI UNITI
La banca centrale aumenta i tassi per rallentare la crescita dei prezzi. L’inflazione è stata spina da un aumento della domanda di prodotti che è stata anche favorita dagli stimoli per la ripresa dopo la pandemia.
L’aumento è anomalo? NO: è l’azione più naturale che una banca centrale possa fare in questo caso.
L’aumento è improvviso? NO: è stato preavvisato ormai da tempo, è solo stato confermato.
L’inflazione USA è eccessiva? L’inflazione era prevista anche se in misura minore rispotto a quanto dichiarato venerdì.
L’aumento dei tassi frena la CRESCITA economica? SI, è proprio quello che vuole fare, ma non ferma l’economia, non fa fa un lockdown come per il Covid, semplicemente riduce la convenienza del credito, riduce la convenienza di indebitarsi perché a tassi più alti magari non conviene o si giudica meno opportuno.
Cosa è cambiato per le IMPRESE QUOTATE? Potrebbero avere meno convenienza ad indebitarsi e quindi rinunciare ad alcune attività, oltre ad avere minore domanda di beni e servizi perché anche i consumatori potrebbero essere meno propensi a spendere.
È già cambiato il valore reale delle azioni con questa azione e con questi scenari? No, lo sapremo con il tempo se è successo oppure no, il prezzo riflette le attività di compravendita in borsa, che sono la proiezione degli speculatori delle loro attese. Presumo che in questo caso sia una proiezione amplificata degli effetti.
EUROPA
Diversamente dagli Stati Uniti in Europa, ed in Italia, l’inflazione è importata. I prezzi salgono perché è più costoso produrre.
La soluzione accademica a questa inflazione è diversa e consiste nel reperire approvvigionamenti più convenienti. Allora perché la BCE alza i tassi?
I motivi sono molteplici.
- Ha finito la sua funzione pluriennale di aiuti
- Gli aiuti potrebbero aumentare ulteriormente ‘inflazione
- Ha un mandato specifico da rispettare (tenere l’inflazione sul 2%)
Come per la FED la banca centrale USA ci poniamo delle domande che inquadrano quanto insensata sia la giornata di borsa:
- E’ improvviso? NO è stato preannunciato anche in questo caso
- Parte subito? NO da luglio come previsto
- Finisce il quantitative Easing? NI: sulla carta si, ma i titoli in scadenza vengono riacquistati alle nuove emissioni.
Ora trovate la stessa domanda del paragrafo precedente, non è un errore… come pure la risposta è la stessa.
È già cambiato il valore reale delle azioni con questa azione e con questi scenari? No, lo sapremo con il tempo se è successo oppure no, il prezzo riflette le attività di compravendita in borsa, che sono la proiezione degli speculatori delle loro attese. Presumo che in questo caso sia una proiezione amplificata degli effetti.
Non è mai stato così, è la prima volta che succede?
No, non è la prima volta che succede questa situazione. Forse la prima volta che succede dopo una pandemia. Ogni volta che c’è una crisi è sempre una prima volta, che non si ripete perché fortunatamente quando si conoscono delle dinamiche si sa come risolverle e non ripetere gli errori. Un po’ come quando da piccoli ci si scotta e non si va più a toccare la pentola calda, piuttosto che si ripete il rimedio.
In questo caso probabilmente i mercati hanno amplificato la reazione per due motivi:
- Lo stess accumulato da troppo frequenti eventi avversi
- L’eccessiva finanziarizzazione dell’economia
Come abbiamo visto in precedenza.
COSA FACCIAMO?
Come sapete per me stesso e per chi mi segue ho un approccio VALUE, quindi questa situazione non scompone le nostre scelte strategiche. Magari potrebbe turbarle nell’immediato, ma non più.
Vi ricordo che l’approccio Valute (che ho esposto anche in un video) è basato sul valore reale dell’investimento ed è stato sviluppato da investitori di grande successo come Warren Buffet con la sua Berkshire Hathaway… e prima di dire che non funziona, bisognerebbe dimostrare un apprezzamento di valore superiore a quello creato da loro. Ovviamente con i loro tempi, che non sono brevi.
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